Millennium Development Goals: l’industria dell’assistenza perde i pezzi

mozambicoDovrebbe essere tempo di bilanci nel bel mondo dell”industria dell’assistenza. La crisi economica mondiale ha ulteriormente indebolito i più poveri,  sia persone che paesi. Lo sforzo mediatico e pubblicitario dei mandarini (occidentali e ricchi dei paesi poveri) per raccogliere fondi tramite i Millennium Development Goals (MDGs), iniziato nel 2000, ha portato ottimi risultati per chi l’ha inventato. Come sempre i potenziali beneficiari sono rimasti fregati.
In 5 stati dell’Africa sub-sahariana è diminuito (per malattie e denutrizione) il numero di bambini che vanno a scuola; in Niger, Nigeria and Zimbabwe la povertà è cresciuta drammaticamente; il PIL di Benin, Comoros, Gabon, Madagascar, Togo è fermo mentre in Burundi, Côte d’Ivoire, Eritrea, Guinea Bissau, Liberia, Zimbabwe è sceso. Sono aumentati i cosidetti failing states dove i governi faticano a gestire il paese e, dunque, gli interventi per contrastare povertà e fame: Somalia, Congo, Sudan, Chad, Iraq, Afghanistan, Repubblica Centroafricana, Burma, Haiti, Guinea e via altri. (dati da Report UE)
I grandi buchi neri che producono disastri umanitari e politici (Palestina, Sudan, Afghanistan, Congo) rimangono intatti malgrado i fiumi di denaro versati. L’ Afghanistan, dopo 7 anni d’iniezioni di dollari (nel 2008 USD 4 miliardi al mese fra spese militari e umanitarie),  rimane al quintultimo posto della classifica degli indicatori di povertà, istruzione e salute (HDI Human Development Index), il 30% degli afghani non ha cibo a sufficienza, l’aspettativa di vita è di 43 anni. Lì non vorrebbero fare la fine di Timor Est che ha ricevuto la maggiore quantità d’aiuti pro-capite al mondo, è stato amministrato direttamente dalle NU (l’eroico gestore Ian Martin è ora a sprecare soldi con l’UNMIN in Nepal) ed è finito in bancarotta (con disordini feroci) nel 2006, scrive preoccupato Ahmed Rashid (in Caos Asia)
L’ultimo rapporto FAO ci racconta che gli affamati sono aumentati in maniera considerevole dal 2000 e raggiungono la cifra di 1 miliardo.
Le attività per ridurre la mortalità infantile (sotto i 5 anni) hanno ridotto le morti,  in 8 anni, da 10 milioni a 9.7;  l’obiettivo dei MDGs prevederebbe il calo a 5 milioni per il 2015 ma, con questo trend, servirebbero, a parità di risorse investite altri 30 anni. Analysis by the London School of Hygiene and Tropical Medicine concluded in April that there were too many agencies making uncoordinated, inconsistent and short-term donations through hundreds of separate projects. This volatility makes effective planning and provision of appropriate levels of funding for strategic priorities difficult for developing countries.  
Accade, ormai, con triste frequenza che sulle principali riviste scientifiche internazionali, gruppi di ricercatori accusino l’OMS e il gran calderone del Global Fund (creato per favorire la pesca dei fondi da parte delle ONG) of medical malpractice for supporting the use of ineffective malaria treatments. This practice, says the group, at the very least “wastes international aid money, and at most, kills patients who have malaria.

Dalla Sierra Leone sono fuggiti tutti, dopo aver speso “quasi due miliardi di euro dal 1999 ad oggi, circa settecentomila euro al giorno spesi solo dalle Nazioni Unite. Ma tra i cittadini della Sierra Leone non se ne è accorto nessuno“, scrive Peace Reporter (La grande truffa delle NU)
Per rimanere in Asia, tutti gli indicatori su povertà ed istruzione sono peggiorati: in Pakistan, in Nepal, Sri Lanka e persino nelle aree rurali dell’India. bambine in DolpoS’aggravano le divisioni fra ricchi e poveri e diminuisce l’intervento sociale per istruzione e sanità.
In Cambogia, The objective of education for all, which is a mechanism for promoting the completion of primary school education for all children in the world by the year 2015, will not be successful , ha dichiarato al Post, Rong Chhun, presidente della Cambodian Independent Teachers Association. Qua arrivano USD 1 miliardo all’anno ma vengono setacciati dai consulenti, esperti, politici (nazionali e locali).
Quando collaboravo con Father Olivier e Father Vercherachai a Kampot e Shianoukville, questi con quattro soldi mettevano in piedi scuole, asili, attività per produrre seta (dalla pianta al tessuto) per migliorare, concretamente, le condizioni di vita di bambini e famiglie.
Questi missionari, come altri operatori sparsi per il mondo, non replicano progetti già falliti per non lavorare, non pensano solo alla forma e al marketing, non vivono nei compound degli espatriati, non frequentano solo le elites dei paesi beneficiari.
Non sono finiti nel circuito della mediocrità, di persone e metodi, in cui s’impantana (come accade nello stato, nella politica, e in ogni luogo in cui non vi sono responsabilità e impegno) ogni speranza di sviluppo.
Si sentono responsabili verso i beneficiari con cui dividono vita, esperienze e progetti e non verso i donatori (pubblici e privati) a cui basta fornirgli reports e documentazioni contabili, formalmente in regola.
Loro non spendono l’85% delle risorse in stipendi, consulenze, marketing, propaganda, workshop e viaggi come accade nel sistema delle NU e delle ONG.
Dal varo dei MDGs (2000), i fondi per l’assistenza internazionale sono quasi triplicati giungendo a oltre USD 150 miliardi all’anno: 140 miliardi dall’assistenza statale (ODA, Official Development Assistance) cioè le nostre tasse e circa 8 miliardi dalle ONG (le donazioni private e gli SMS). Cioè in 8 anni sono stati riversati più di USD 1300 miliardi. Il PIL annuale del Nepal è USD 30 miliardi, quello della Sierra Leone 5,9.
Un gran successo per l’industria della cooperazione che ha trovato, con i MDGs,  il nuovo strumento per vendere la povertà, dopo l’esaurimento delle grandi Conferenze tematiche (acqua, alimentazione, povertà) che qualche soldo gli avevano procurato negli anni ’80 e ’90.
La vastità e genericità dei MDGs risolve qualche altro problema: permette, in qualche angolo del globo o per qualche indicatore di gridare al successo e ha coptato nel “sistema” le ONG multipurposes. La storia dell’invenzione è ben descritta dallo studioso inglese David Hume nei Docs.
Aggiungiamo che anche dal punto di vista statistico gli obiettivi sono inverificabili come altri studi  hanno segnalato.

Dunque una gran finta messa in piedi da una consorteria di international donors, governments and academics, who are speaking and acting on behalf of poor communities instead of being answerable to those communities. The people on the ground have no sense of ownership.  The goals are broken up into compartments to suit donor agency and government ministry specializations. They ignore the integrated nature of life as seen by the poor and the interdependencies among the problems faced by the poor. The “end of extreme poverty and hunger”, which is the first of the goals, means in practice the growth of aid bureaucracies who live and feed on keeping the poor poor. These bureaucrats are not likely to solve the problems they work on, since doing so would put them out of a job.
Un esempio che mi racconta un amico che lavora da anni in India per portare scuole ed insegnanti nei villaggi dimenticati (perché scomodi) è quello degli UN Millennium Villages, sparsi per l’Africa, ognuno costa USD 400.000 (più il mantenimento), con la stessa spesa sarebbe possibile elettrificare 15 villaggi con 8000 abitazioni, assicurare cibo per 100.000 famiglie annualmente, far funzionare 300 scuole per un anno e chissà quant’altro.
mozambicoLo studioso neo-marxista egiziano, Samir Amin scrive che i MDGs non possono essere presi seriamente, “una litania di pie speranze, organizzate  to reserve the best places for the charitable NGO’s, which are beneficiaries of financial support from large foundations and states, and largely to exclude popular organizations.
E’ detto tutto. Fortunatamente, anche qualche mandarino dentro il “sistema” si sta accorgendo del disastro in corso.
The very funds being allocated to poverty reduction programmes are too often diverted into the hands of corrupt elites,” ha dichiarato Magdalena Sepulveda delle Nazioni Unite.
Per muovere qualcosa, bisogna interrompere il “business as usual” approach to development assistance, and create a mutually accountable partnership for human development, scrive nel suo Rapporto annuale l’ UNDP Uganda.
La stessa Unione Europea in un suo recente Rapporto si domanda se realmente serve aumentare il volume d’aiuti (come richiedono ormai solo Bono e le ONG parastatali) o se sarebbe opportuno iniziare a farsi qualche domanda su come sono mal utilizzati. Anecdotal evidence abounds on aid being essentially wasted, either through inefficient or by ending up in the private hands of local or national political leaders. Statistical analysis across countries yields very weak results on the relationship between aid and growth.
I dati dimostrano che la povertà mondiale, negli ultimi 8 anni, si è ridotta unicamente per la rapida crescita dei mercati (pur con tutti i problemi di mancanza di guida nazionale ed internazionale) di alcuni paesi (India, Cina, Vietnam, Sud- Africa, Brasile, Indonesia, fra gli altri) dove, fra l’altro, gli aiuti internazionali sono stati minimi.

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