La guerra dei Tharu in Nepal

antico totem tharuSi guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo nel Distretto di Chitwan (Terai) da ormai sei giorni. Prima di tutto perché lì, a Tandi, opera una scuola\ostello da noi creata che ospita 150 bambini dell’etnia Chepang e diretta dall’amico Father Michael Chirayath , già con problemi Lack of electricity is a major problem which we face now We cannot complete any work., and pending works are piling up, scrisse qualche giorno fa.
Adesso tutto è bloccato dallo sciopero e dai disordini che da sei giorni coinvolgono i Tharu, polizia e qualche attivista Madhesi. Tutti contro tutti. Si contano 3 morti e decine di feriti.
Altro elemento di preoccupazione è il disfacimento progressivo (già segnalato in altri post) dell’identità nazionale dopo che, per ragioni politiche, i vari partiti hanno esacerbato divisioni etniche e interessi contrastanti.
S’è spezzato l’equilibrio e la coesione nazionale, svuotato l’orgoglio per il proprio paese, lingua, gente Hamro Nepal Hamro Desh, Pran bhanda pyaro cha. Hamro Bhasha Hamro Bhesh, Pran bhanda pyaro cha, cantato ogni mattina da milioni di bambini in tutte le scuole.
Il Governo non riesce a giungere a una sintesi dei diversi interessi, anzi li scatena con legge e proclami confusi (e spesso subito ritirati) come in questo caso. Gli stati o province federali sono richiesti dagli oltre 50 gruppi etnici che formano il Nepal, ognuno con sue rivendicazione di festività, lingua, autonomia. Una situazione generata dalla strumentalizzazione politica delle etnie, dal loro utilizzo propagandistico che ha scatenato questa marea di rivendicazioni a volte violente.
I Tharu si considerano gli abitanti originali del Terai centro-orientale “from the River Mechi to the River Mahakali: One people dichiarano) e costituiscono (secondo l’ultimo censimento del 2001 il 6,75 dei 28 milioni di nepalesi). Sono probabilmente tribù mongoliche scese all’alba dei tempi dalle montagne e dalle colline e insediatesi, malgrado foreste, malaria, tigri e elefanti selvaggi) nella pianura del Terai.  Ancor oggi i loro villaggi di capanne, case d’argilla decorata circondano il grande Parco di Chitwan (una delle mete turistiche principali del Nepal) e da esso, come guide, cacciatori, raccoglitori, agricoltori, traggono il necessario per vivere. Avevano tradizioni (sono stati gli inventori del uomo- struzzo), costumi e lingua propria ma che, in parte, sono state hinduizzate quando, negli anni ’60, il Terai, liberato dalla malaria, divenne il granaio del Nepal (negli anni ’80 anche il centro industriale) e indiani dal sud (gli odierni Madhesi) e poveri dalle colline scesero a occupare le terre. In questo processo i Tharu furono marginalizzati, a volte finirono servi e schiavi. In sintesi esclusi da potere e ricchezza che si stava formando, nei limiti, grazie alle loro antiche terre.
Molti dei Kamaiya, i lavoratori schiavi (per debiti generazionali) liberati nel 2000 sono Tharu (18.400 secondo le stime). Poco è stato fatto per loro e la metà sono tuttora senza terra e, dunque, reddito. Government rehabilitation programs were sporadic, and most kamaiyas still live in poverty and illiteracy, and continue to be exploited ci ha detto un loro esponente.
Durante le ultime elezioni la maggioranza votò per i maoisti e i partiti Madhesi sperando in una loro inclusione nel processo democratico (e dunque un po’ più d’attenzione e potere). Oggi dichiarano i loro leader (ex maoisti) del Tharu Welfare Council (TWC), “This is either a conspiracy of the Maoists to divide and rule the indigenous people or a tactics to appease the Madhesi leaders to prop up the falling government.
Motivo dello sciopero e dei disordini l’ordinanza del Governo che incude i Tharu nel grande calderone dei Madhesi nella notice listing the castes & ethnicities. Ciò significa non riconoscerli come gruppo etnico indipendente con conseguenze sulle quote e rappresentanze nei vari servizi e posti pubblici. La stessa preoccupazione è dei musulmani, Rajbansi, Limbu, Khambuwan, etc; gruppi che chiedono un loro stato federale. Tutto in barba alle recenti giornate, inutili dichiarazioni e convenzioni dell’ILO relative alla protezione degli Indigenous and Tribal People.
Dunque, in questi sei giorni, scontri con la polizia, fra Tharu e Madhesi, coprifuoco, blocco del traffico sull’importante strada che porta all’India, 3000 persone bloccate sui malefici bus senza cibo né acqua, blocco degli approvvigionamenti a Kathmandu. Per la prima volta nella lunga storia dei bandha (scioperi) è vietata anche la circolazione dei risciò, biciclette e pedoni.  Un altro esempio di come il Gioverno con provvedimenti stravaganti (che poi è obbligato a ritirare) riesce a incasinare del tutto un paese. Resta la speranza che l’avvicinarsi delle festività gioiose dell’Holi (una specie di Carnevale) inducano i manifestanti al riposo.
Il povero Padre missionario là sotto non sa più cosa fare per i suoi bambini ma ancora ha la forza di darmi la sua opinione sulla vicenda Tharus demands are genuine, I feel. Government has categorized them with the Madhesis, rather than with Indigenous Groups. Tharus will lose much politically if this categorization is finalized. This problem is coming mainly in the background of making Nepal a Federal State, in which Madhesis are going to dominate in the Tarai, where Tharus may be ignored and not taken care of.

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