Nepal, non piove e il sole scompare

RainFinalmente, con poca efficacia,  stanno intervenendo (governo e organizzazioni internazionali) per cercare di fermare l’abituale epidemia di diarrea nei distretti centro occidentali. Intanto i morti sono più di 140. Bastava prevenire inviando un po’ di bustine di oral rehydratation solution (ORS) qualche centesimo a bustina o, non si spera tanto, mettere su qualche progettino per mettere a posto i tubi che portano acqua nei villaggi e assicurare acqua potabile anche durante il monsone.  Monsone erratico come lo definiscono gli esperti, cioè debole, non omogeneo in tutte le aree, In their desperation, farmers in several parts of the country even organised religious rituals to appease the rain gods, but to no avail. Monsone indolente che si scatena e provoca inondazioni e frane ma non assicura l’acqua necessaria per raccolti prosperi, come accadde l’anno scorso. Dovremmo essere nella stagione di massime piogge ma i nuvoloni neri che salgono dalla Baia del Bengala sembrano sfiorare solo il Nepal, girano a occidente sulle città dell’India settentrionale. Se i nuvoloni non si raddrizzano,  il Nepal dovrà assorbire un altro anno duro per l’agricoltura e, dunque, l’alimentazione delle famiglia e la crescita economica complessiva (l’agricoltura occupa il 75% dei nepalesi e copre il 40% del PIL).  Ormai è quasi certo qualcosa nel clima globale è cambiato e insieme dovranno cambiare anche i ritmi e i prodotti vitali dell’agricoltura.

Piove meno anche sulla grande piana del Terai, serbatoio alimentare, e in più s’incasina anche una delle più redditizie attività economiche della regione, cioè il turismo nella giungla di Chitwan. Non è stagione, troppo caldo, ma un po’ di gente era ospitata nelle lodges di lusso (Machan, Gaiada Wildlife Camp, Chitwan Jungle Lodge, Narayani Safari, Island Jungle Resort, Tiger Tops and Temple Tiger), all’interno del grande parco naturale dove, in alta stagione (primavera, autunno, inverno), si può spendere anche USD 200 al giorno comprensivi di gita con l’elefante e saliscendi sul fiume Rapti.  Lodges chiuse e turisti obbligati a migrare negli squallidi hotel di Bharatpur.  Sono scadute le licenze e nessuno se ne è accorto.  La chiusura non durerà a lungo, le lodges sono gestite da potenti gruppi turistici multinazionali e vi lavorano oltre 600 persone, in massima parte Tharu (etnia dominante nella regione) negli ultimi mesi in lotta per chiedere autonomia. Il terai è bello, tranquillo, arcaico. Sullo sfondo fra le erbe della savana le montagne dell’Himalaya. Qui abbiamo lavorato per assicurare qualche scuola ai bambini Chepang, una delle etnie più sfigate del Nepal.

La settimana nepalese si conclude, per stare leggero, con il problema mondiale dell’eccesso di donne in età da marito, specie vedove. Fra tante emergenze il governo ha scelto di affrontare questa con una innovativa misura: quella di finanziare con Rs. 50.000 (euro 500) coloro i quali sposeranno una vedova e di ben Rs. 100.000 chi sposerà una donna Dalit. Probabile che i soldi facciano cadere anche quest’ultimi tabù culturali. Subito i contestatori: The government’s policy of Rs 50,000 reward to those marrying widows has raised the hackles of single women. A delegation of single women, including widows, in Baglung district submitted a memorandum to the chief district officer on Friday in which they said the government’s scheme undermines the dignity of women

Oggi il sole scompare in Asia per una delle più lunghe eclissi della nostra era, sciamani, lama, sacerdoti aumentano offerte e preghiere.

5 risposte a “Nepal, non piove e il sole scompare

  1. Gran bell’articolo Enrico, complimenti. Anche se mi stringe il cuore sapere che il “mio” Nepal è in queste tristi condizioni….
    ciao
    Marco/MilleOrienti

  2. Grazie gongolo, come sempre, per i complimenti. Condizioni del paese tristi, pochi margini di miglioramento a breve. Anche ieri scontri fra studenti e polizia a Kathmandu.

  3. enrico,che dire…
    mi tengono informata sull’epidemia dalla scorsa settimana.ero rimasta a 68 morti..ora tu mi parli di 140….incredibile.
    buon tutto
    sonia

  4. Mentre sembra che a RuKum siano finalmente intervenuti per limitare i danni, 400 nuovi casi sono scoppiati a Dadeldhura nell’estremo ovest nepalese. Come scritto è un fenomeno secolare che si ripete ogni anno con centinaia di vittime, lo stesso accade per frane e inondazioni più o meno sempre nelle stesse zone. Come trascritto non si fà niente per prevenire, anzi s’interviene quando i disastri (morti) sono già decine. Tutti ai party o in vacanza dove non piove fra le organizzazioni umanitarie.

  5. Purtroppo ci tocca riaggiornare gli articoli sull’epidemia di diarrea che colpisce molti distretti centro-occidentali e che non si ferma. Ormai i morti hanno raggiunto l’impressionante cifra di 400. Una cosa incredibile nel 2009 e con tutti i soldi che con le nostre tasse vanno a finire ai burocrati dell’OMS e degli altri enti inutili internazionali. C’è da vomitare.

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