Quando le ONLUS s’incazzano

Tanto per mantenerci aggiornati: come sempre quando si toccano le ONLUS qualcuno s’incazza. Eppure si scrive semplicemente di numeri presi, fra l’altro, dai loro patinati bilanci sociali; a volte con qualche accenno positivo, sempre con l’intenzione che qualcosa migliori. Sempre per dare risposta ai donatori che scrivono mail o commenti perplessi sull’effettivo utilizzo del  loro obolo.

Quando si parla di bilanci, soldi o efficacia dei loro progetti si rischia sempre di scatenare ire funeste da parte della casta dei santoni e salvatori del mondo. Cosa un pò ripugnante perche queste Associazioni sbandierano   trasparenza, diritti umani, libertà e altre belle chiacchiere sui loro siti e proclami.

Il corpo del reato è l’ultimo post pubblicato sui bilanci delle ONLUS impegnate nella cooperazione internazionale, sostegno e adozione a distanza. L’indice accusatore è stato puntato contro Agoravox (il giornale in rete) che pubblica i miei posts. L’accusatore tale Alex Giusella impegnato ad aiutare il mondo dal ( immagino ben remunerato con i soldi donati per i bambini) Ufficio Stampa di Aiutare i Bambini ONLUS. La foto del post semplifica una frase “ma vai a lavorare“.

L’accusa: “A parte il tono generale che trovo francamente squalificante già dall’incipit (cito testualmente: “Noi, come ogni anno, diamo un occhiata a questo florilegio di numeri e dichiarazioni d’intenti, spesso con conati di vomito”), l’articolo cita più volte “aiutare i bambini”, sempre attribuendo alla nostra attività dati e cifre assolutamente falsi, che non corrispondono al vero e a quanto da noi pubblicato sul nostro Bilancio Sociale 2009. Potete rendervene conto voi stessi, prendendo visione del nostro Bilancio Sociale 2009 pubblicato anche sul nostro sito internet già da diverse settimane E continua l’eroico salvatore del mondo “L’articolo in oggetto è pertanto diffamatorio. Secondo la vostra Politica editoriale di cui ho preso visione sul vostro sito, non avreste dovuto pubblicarlo. Sono pertanto a richiedervi la rimozione dell’articolo stesso o una sua smentita. Sarebbe auspicabile anche una seria indagine da parte vostra sul tema affrontato nell’articolo (impiego dei fondi raccolti da ONG e organizzazioni non profit in genere) e una seria verifica dei prossimi articoli che l’utente dell’articolo in oggetto vorrà pubblicare. Resto in attesa di una risposta e di una soluzione in tempi brevi. Diversamente saremo costretti a intraprendere le azioni necessarie alla tutela della nostra reputazione.” Poi il censore ha riscritto e riminacciato.

Bè era, per me, più prestigioso il patetico tentativo di censura praticato da Fernanda Contri (ritiranda ex-presidentessa di CCS Italia), almeno lei aveva fatto una bella carriera nel faticoso mondo degli inutili e dannosi (politicanti e affini) mentre il povero Giusella si è, almeno per ora, fermato nel’Uffico Censura di Aiutare i Bambini.  Come sempre non si entra nel merito ma come i presunti appartenenti a caste sopraelevate dai comuni mortali si minaccia. Eppure in altri post  passati si era parlato bene del bilancio di altre organizzazioni, e, poi, a parte i Giuselli vari  la matematica non è un opinione.

La riposta: La frase “90% dei fondi destinati ai progetti d’aiuto ai bambini” si trova a pag. 5.6 del loro patinato Bilancio Sociale. I numeri citati nell’articolo nel Bilancio Sintetico )

Le cifre contestate:

 -Immobilizzazioni finanziarie euro 1.196.965 (ca +15 rispetto al 2008) e pari al 30% dei proventi annui (donazioni ricevute)-

-Oneri da raccolta fondi (spese per marketing): euro 593.569 –

-Oneri di supporto generale (personale, oneri di gestione?, etc.): euro 674.161

 -personale e collaborazione per progetti: euro euro 258.315

Totale euro 1.526.045 (su un totale di donazioni ricevute di euro 3.575.781 (cioè il 42,6% dei soldi destinati ai bambini).

Possiamo considerare (volando bassi) che per mantenere le strutture all’estero (38 sedi e altrettanti uffici, telefoni, viaggi, personale locale, macchine e moto, etc.) spendano altri 350.000 euro  ed ecco arrivare la mitica e diffamatoria cifra del 56%. Queste cifre non sono opinabili come potrebbe esserlo (a livello qualitativo) qualche loro progetto a Pondicherry, a Kathmandu o a Shianoukville. Non ci sarebbe niente di male a spendere queste cifre, basterebbe dirlo o scriverlo. Ma sono troppo suscettibili questi salvatori dell’umanità.

Un ultimo pensiero ad Agoravox. Un bel giornale in rete che tuona con numerosi articoli contro corruzione, sprechi, politici incapaci, Berlusconi, libertà di stampa e via discorrendo. Tutto pubblicato quando si stà sul generale (generico) ma quando si tocca qualche casta o sottocasta sembra ritornare l’antica regola della stampa italiana “ma chi ce lo fa fare” e allora zitti tutti. Infatti l’articolo è stato tolto (dopo essere stato pubblicato) ha ricevute 68 consensi dai moderatori (chi deve approvare l’articolo) contro 2 (cioè il 98%). Gran paese l’Italia.

Aggiornamento: Agoravox ha ripubblicato l’articolo, un bel gesto.

9 risposte a “Quando le ONLUS s’incazzano

  1. Ciao Enrico,
    a proposito di aiuti segnalo a tutti quest’articolo http://it.peacereporter.net/articolo/23010/La+scure+della+crisi+sugli+aiuti+umanitari ….
    ma sarà proprio vero che i soldi diminuiscono in tempi di “crisi”?! o è, come sempre, una questione di priorità politiche più o meno esplicite? certo è che il governo italiano sa trovare i soldi per continuare a finanziare le missioni in Libia per respingere i migranti del Mediterraneo http://fortresseurope.blogspot.com/2010/07/ancora-soldi-per-i-respingimenti.html

  2. Ciao Licia
    non sempre è detto che quantità e qualità vadano insieme. Forse sarebbe meglio ridurre gli aiuti internazionali (come dichiarano molti economisti africani creano dipendenza, caste locali, corruzione, disparità sociali, etc.) e utilizzare meglio (progetti efficaci, comunità locali, controlli, etc.) quelli che restano.
    A proposito di Libia sono stati trovati 108 migranti nepalesi, abbandonati in una baraccapoli a 30 Km. da Tripoli, affamati, abbandonati, senza speranze. Erano arrivati lì, nel deserto, circa un anno orsono con una bella paga di USD 300 mensili (dopo averne pagati 1000 per visto, passaporto e agenzia). Lavoro finito, mollati lì. Ora si cerca di recuperarli. Nessuno ne ha parlato.

  3. Made in Italy
    è interessante sapere che il referente in Nepal di Aiutare i Bambini, Luigi Porcella è stato arrestato per aver truffato una ventina di nepalesi per qualche centinaio di migliaia di euro, ora si è ricoverato, piantonato in ospedale. La moglie ha seguito la stessa sorte per un giro di patenti false. Altri esponenti della ONG locali Help Nepal avevano subito analoghe vicende anche in Italia. Era arcinoto che i progetti della ONG, la richiesta di volontari paganti erano fatti solo per attrarre soldi a favore del Porcella stesso.
    Curioso che il soggetto (già con problemi giudiziari in Italia) sia stato nominato direttore del locale Associazione Dante Alighieri, incaricata di diffondere la cultura e la lingua italiana nel mondo.
    http://www.ladante.it/?q=comunicatistampa/nepal-e-india-storica-apertura-alla-lingua-italiana

  4. Notizia non sorprendente, conoscendo il soggetto. Stupiscono i due finanziatori: Aiutare i Bambini e Dante Alighieri. Tanto più che il soggetto ha passaporto liberiano, sembrerebbe.

  5. su come vengono raccolti i fondi, le tecniche che vengono usate e su tutto il giro che c’è sotto a molte onlus (soprattutto le piú grandi) vi consiglio la lettura di “Quando la onlus diventa un guadagno: Tecniche per arricchirsi salvando i bambini” di Francesco Petrone… davvero da indignarsi !

  6. se non erro in Cambogia fanno parte dell’ombrello Friends International.

    salvare i bambini ? ci sarebbe da discuterne a lungo, vivo in cambogia e ho visto con i miei occhi cosa fanno queste NGO, non che non facciano nulla anzi, ma i soldi che dicono di spendere sono assolutamente fuori dalla realta’ contando il costo della vita in cambogia.

    decisamente sanno come fare i soldi sulla pelle dei bambini nonche’ di tossici e anziani e mignotte.

    girano con le macchine piu’ costose, mangiano nei posti piu’ cari, se ne stanno ben lontani dai khmer e hanno pure la puzza sotto il naso a discutere con turisti e curiosi, non si fanno neppure vedere in giro visto che ormai delegano tutto ai loro galoppini khmer.

    t-shirt costate mezzo dollaro vendute ai turisti dai 15 ai 30$, piatti cambogiani che ovunque costano 1$ venduti a 6-7$ nel loro ristorante, minorenni assunti come camerieri e lavacessi e tuttofare.

    quindi, “salvare” i bambini facendoli lavorare ? io ho visto camerieri che forse avevano 12 anni, cuochi di 14-15 anni, questo e’ lavoro minorile, e sui salari poi potrebbe pure essere schiavismo, chiunque puo’ vederlo anche qui a Phnom Penh nel loro ristorante in pieno centro che ha pure tanto di piscina !

    ci sarebbe da fare un bel reportage in merito ma chi lo pubblica ? chi ha il coraggio di rischiare denuncie e minacce o anche botte ?

  7. Se vuoi scriverlo, il reportage, siamo qui per pubblicarlo. Oltretutto il business commerciale delle Ong fa incazzare non poco i commercianti normali cha hanno già protestato in Cambogia.
    Lo stesso avviene ovunque, anche in Italia, con i cd. Negozi o, in genere, con il commercio “solidale”. Tasse più basse, niente IMU, volontari in nero.
    Una lettera denuncia di un commerciante in rovina da Roma ci è arrivata proprio in questi giorni.

  8. non cambiera’ mai nulla finche’ ai gonzi donatori non viene sbattuta in faccia la realta’, che le NGO sono una truffa planetaria e parte integrante del business globale che sfrutta e “monetizza” la poverta’.

    servono decine, centinaia di blogs come questo, ma e’ una goccia nell’oceano, impossibile competere con le NGO che vanno pure porta a porta a far firmare contratti e insaccare i soldi.

    e comunque i gonzi crederebbero a loro, senno’ non sarebbero gonzi, non ci si scappa, se non donano alle NGO si fanno truffare da maghi e fattucchiere e televenditori, gioco d’azzardo, e’ un problema veramente molto piu’ grave di quel che sembri, e non c’e’ soluzione non essendoci alcuna volonta’ politica e anzi essendo pienamente supportato dai governi.

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