Democrazy

Penso a un immigrato senegalese, peruviano, marocchino che lavora, magari 12 ore al giorno su un impalcatura con un salario di fame, và in una questura, fa ore di coda è trattato come una merda, per rinnovare il permesso di soggiorno.

Mi viene in mente quel ragazzo di Roma finito in questura con qualche grammo di droga e pestato come il sale. Lo Stato in questi casi non ha telefonato.

Lo Stato (cioè i suoi rappresentanti nazionali e locali) predica (e impone) ai sudditi comportamenti e pene per contrastare la prostituzione, chiude discoteche, sberleffa i gay, tuona contro la pedofilia, sanziona gli spinelli, predica l’austerity. Parole e pene sante ma solo per gli sfigati, quelli senza protezioni, qualche potere, qualche amico. Per potenti ed amici tutto è giustificabile.

Stato in mano a uno affetto da demenza senile e da mania d’onnipotenza e da una schiera di amici, clienti, ragnatele che, spesso, uniscono chi a parole vi si oppone. Paese sputtanato nel mondo, con Mubarak costretto a smentire le farneticazioni di un bordellante. Infatti Foreign Policy (FP) titola un suo articolo sull’Italia: “Bordello State“.

Classe “dirigente” patetica tanto più che permane il più corrotto fra i paesi occidentali,  le spese dello stato (della politica) salgono sproporzionate rispetto al PIL. Risorse succhiate, sparite, debiti accumulati per il futuro che tolgono risorse per i disoccupati (tasso di disoccupazione in costante aumento), le imprese, le famiglie,(cresce a dismisura l’indebitamento di entrambi), peggiorando la qualità della vita dei sudditi. Che la situazione sia brutta è segnalato dal fatto che alcuni membri della consorteria se ne accorgano come la Marcegaglia e Draghi.

Che dire, qua si parla del Nepal (e dell’Asia) ma almeno lì lo stato non c’è: non chiede e non dà. Quando qualche politico è stato trovato in un bordello se n’è andato. Anche in Nepal il sistema si protegge e si mantiene ma, almeno, non vogliono sembrare santi. In Nepal quando si è cercato di comprare qualche voto di parlamentari (a prezzi più modici) è scoppiato uno scandalo, non ci sono ancora Fondazioni, Enti, Associazioni (con fondi dello stato) per parcheggiare trombati, venditori di seggi parlamentari e voti. Insomma i sudditi sono più liberi, con meno zavorre da mantenere anche se vivono in uno stato definito prossimo al fallimento (failing state).

In Nepal non c’è contratto fra Stato e cittadini. In Italia questo contratto mi sembra che si è rotto. Il vecchio motto che lo reggeva “no taxation without representation” sarebbe da applicare oggi, scrivendo sul prossimo 740 (e scheda elettorale): Bunga Bunga.

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