Cambogia: come far sparire un lago (e un po’ di diritti)

lago-primalago-adessoIl lago di Boeung Kak si trovava quasi al centro di Phnom Penh, non era un granchè ma intorno ci vivevano oltre 20.000 persone. Qualcuna pescava ma la maggior parte aveva costruito lodges, baretti, negozietti per gli ultimi freakettoni che girano per il mondo.
Il turismo essenziale dei backpackers si concentrava qui, tanto più che in Cambogia, contrariamente a gan parte dell’Asia, non ci sono problemi per il visto. Qualche traffico, un po’ di sballi e, ogni tanto, qualcuno esagerava e ci lasciava le penne. Per ci conosce il Nepal, era una piccola Thamel piena di paccottiglia e alberghetti scalcinati, un ghetto, per i turisti poveri. Sulla sponda orientale nacque questo quartiere fatto di strade in terra battuta, servizi un po’ approssimativi, costruzioni improvvisate.
Il lago, però, secondo molti geologi era una specie di enorme tombino che permetteva alla città di assorbire parte delle piogge torrenziali dei monsoni che, già, inondano molte strade e fanno straripare i fiumi.
Le autorità locali l’hanno ignorato per anni e considerato una sorta di zona franca, niente è stato fatto per preservarlo né da un punto di vista ambientale né per migliorare le condizioni igieniche degli abitanti.
L’interesse è esploso quando, nell’ambito dell’immensa speculazione edilizia degli ultimi due anni, s’è visto il business. Il governo ha concesso (per 99 anni) i diritti di costruzione alla Shukaku Inc, un’azienda locale che collega, in un giro complicato, prestanomi, pezzi grossi del governo cambogiano e cinese.
Gli abitanti sono stati scacciati, le catapecchie demolite e metà del lago riempito di sabbia. L’idea è di costruire qualche grande albergo e un po’ di grattacieli.
Come sempre accade in Cambogia (foreste, spiagge, aree cittadine) l’operazione non ha minimamente coinvolto le famiglie residenti (rilocate in casermoni all’estrema periferia), non vi è stata alcun risarcimento per le attività e  le abitazioni sono state pagate 1\3 dei prezzi di mercato.
Cosa buffa che nel 2003 decine di INGO e donatori internazionali avevano finanziato con milioni di dollari un progetto governativo diretto a migliorare le condizioni di vita in 100 comunità povere (fra cui quelle del lago e altre, oggi, tutte rilocate) e progetti “Pro Poor Development Approach” per favorire iniziative di sviluppo a favore degli abitanti.
E’ altrettanto strano che i donatori internazionali (che ricordiamo finanziano il governo con USD 1 miliardo annui) non abbiano sollevato obiezioni (nelle loro formali richieste di migliore governance e tutela dei diritti delle persone). In queste operazioni il governo cambogiano se n’è impippato anche delle proprie leggi Article 16 and 18 of sub-decree 129 ANK.BK on Rules and Procedures on Reclassification of Public State Properties and Public Entities, states that the leasing of public state property must: 1) not exceed 15 years.
Come appare contrario ai tanti proclami delle organizzazioni internazionali,  che le società coinvolte (Shukaku e 7NG per il reinsediamento) siano state scelte senza alcun bando pubblico in barba strictly adhere to competitive public bidding and transparency in all contracts, leases or disposal of state assets“.
I diritti di proprietà delle famiglie, infine, poco hanno potuto fare contro le ruspe protette dalla polizia e dall’esercito.lago
Lo stesso è accaduto, a Dey Krahorm, un quartiere fatiscente, non distante dal lungo fiume. Qui, negli anni, si erano riuniti artisti di vario genere alcuni dei quali diventati famosi. Per questi non c’è stato problema di ricollocazione in zone decenti; invece per la gente comune sono stati costruite case dormitorio all’estrema periferia di Phnom Penh. Un cinquantina di famiglie ha resistito fino a ieri quando sono intervenute le ruspe della 7NG e la polizia che ha buttato materassi, vecchi frigoriferi, pentole, anziani e bambini in strada; sparato un po’ di lacrimogeni e dato qualche manganellata.
Anche qui, come per il lago, il governo aveva assicurato (in cambio di finanziamenti da INGO e donatori internazionali) che l’area was granted to the community as a Social Land Concession in 2003, and to assist in the onsite upgrading of 100 inner-city poor communities each year until all of Phnom Penh’s urban poor communities have secure land tenure and full basic services (mai visti).
In un ultimo report dato ai donatori, il governo identified Dey Krahorm as a land-sharing project intended to “help the communities to build houses on their legally owned. Scrive il Phnom Penh Post.
Anche in questo caso, come per il lago, gli abitanti avevano diritti acquisiti, documenti di proprietà e via discorrendo che non sono serviti di fronte al bigbusiness, politico\finanziario.
L’idea è di riempire le aree di grandi alberghi e palazzoni, come sta accadendo lungo il fiume per attrarre in Cambogia, turismo ricco, companies e outsourcing in concorrenza con la più cara e turbolenta da un po’ di tempo) Thailandia. Si pensa che le mafie cinesi e vietnamite partecipino al business.
I quartieri dormitorio in cui sono stati spediti gli abitanti sono in zone industriali e non è da escludere, che quando l’economia si riprenderà, potrà essere utile un po’ di manodopera.
In Thailandia, dove non operano centinaia di INGO e gli aiuti internazionali (che dovrebbero imporre regole) sono minimi ci sono molti esempi, favoriti dal governo, di gestione comunitaria e riqualificazione di aree urbane e rurali.
Nel frattempo il governo cambogiano sta pensando di privatizzare anche i pochi e malmessi ospedali pubblici, sarà argomento di un altro post.

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