Nepal: la crisi s’allunga, andiamo fra le montagne

pumoriCrisi definita sulla carta: 22 partiti (incluso il Terai Madhesh Loktantrik Party, allettato dalle offerte di leadership dei maoisti e diviso al suo interno) sono pronti a formare il governo. All’opposizione restano Unified CPN (Maoisti) and Nepal Workers and Peasants’ Party (NWPP). Soluzione che non può reggere dati gli interessi contrastanti della coalizione (federalismo, madhesi, centralismo UML, etc.) e le immancabili lotte di potere e spartizioni. I maoisti incazzati faranno il resto.

Nella capitale sono tornati i bus carichi di contadini di Gorkha, Kavre, Sindhuli cooptati dai maoisti. Molti si godono una gita gratis a Kathmandu, incontrano parenti, vendono e acquistano. Le sfilate bloccano la città e sarà un evento ricorrente, come previsto. Intanto i maoisti, malgrado le proteste generali, continuano a impedire i lavori dell’Assemblea Costituente e dunque l’elezione del nuovo governo.In sintesi i maoisti chiedono di non essere esclusi e, sono convinto, sono disposti ad entrare nel nuovo governo se gli concedessero qualche pezzo di potere, che gli altri, invece, vogliono tenere tutto per sé. Soluzione che, ovviamente, non risponde alle priorità del paese: stabilità, pace, costituzione.

In queste condizioni un po’ desolanti è meglio parlare di montagne che rimangono la parte più bella e affascinante del Nepal. E’ bello guardarle quando compaiono dietro le colline della Valle di Kathmandu (se lo smog lo permette), vederle sfilare lontane dai villaggi del Nepal centro-occidentale, quasi toccarle durante le faticose marce nei trekking. Una bella fatica era partire da Pokhara, come si faceva un tempo, salire sul crinale di Naudanda, scendere nella gola di Biretanti e, finalmente, vedere uno scorcio del gruppo dell’Annapurna, dopo e grazie a una faticata di una decina d’ore. Poi risalire come in una pratica yogica gli infiniti scalini di pietra di Ulleri, far scomparire tutti i pensieri nella fatica della salita, pensare al bagno caldo nelle fonti di Tatopani. Sulla sinistra il panettone dell’Annapurna e la splendida coda di pesce del Machapuchari. Intorno riso, grano, mele fino a 3000 metri. Oltre i villaggi Thakali di Marpha, Tukche, che conducono all’immensa e lunare vallata della Kali Gandaki. Negli anni, in questo percorso, che è fra i più popolari, le lodges sono moltiplicate ed ora una strada cerca di salire faticosamente fino al Mustang.

Le strade: da sempre il simbolo di sviluppo per i politici di Kathmandu e, anche per la gente dei villaggi. Oggi, però qualcosa sta cambiando, la strada della Kali Gandaki sta generando più dubbi che speranze. Adesso un centinaio di jeep (per 500 rupie) porta fino a Jomosom (90 chilometri di sterrato da Beni) in poche ore (prima erano tre\quattro giorni a piedi), qualche moto fa lo stesso servizio. L’idea quella di trasportare in bus i turisti (cinesi e pellegrini indiani). Ma la gente si lamenta, vi è stato un calo dei turisti; vi è preoccupazione per l’inquinamento e la perdita di fascino del percorso a piedi. Adesso non è stagione ma in primavera e autunno salivano fra le montagne 15.000 visitatori, la maggioranza pellegrini indiani che si recavano al santuario di Mukthinath e alle 108 sacre fontane.

Anche l’altra area turistica, quella del Khumbu che racchiude l’Everest (Sagarmatha), il Pumori, il Lotshe, il Nuptse e altre tremende e meravigliose montagne non se la passa bene. Qui si stanno sciogliendo i ghiacciai, il clima sta cambiando e segnala l’ICIMOD (International Centre for Integrated Mountain Development) una seria organizzazione, che le ragioni stanno a nord dell’Himalaya. China has 14 or so of the most polluted cities in the world. The so-called development activities in Tibet have resulted in more roads on the Tibetan plateau. Added recently in Tibet is a railway and a road up to the base camp of Mt. Everest on the Tibetan side.

L’Everest è, poi, assalito dai pazzi dei record e dei guinness dei primati. Il più vecchio, (Former Foreign Minister Shailendra Kumar Upadhyaya at the age of 80 will attempt to beat the previous world record of scaling Mt Everest (8848m) by the oldest man in the world in order to register his name in the Guinness Book of World Records), il più giovane, la mamma e la figlia, le gemelle, e via discorrendo. Questi pazzi del record fanno la gara con le spedizioni commerciali (USD 30.000 a cranio) che s’accodano sui percorsi alpinistici. Ogni tanto, per la fretta e l’incuria degli organizzatori, succede qualche massacro (ogni anno salgono sulla vetta circa 2000 alpinisti e ne muoiono 200). Appa Sherpa, (48 anni) l’ha scalato (per lavoro 19 volte) e anche lui è un recordmen ma, tante volte, è dovuto salire per riportare indietro incauti alpinisti o montagne di spazzature lasciata fra i ghiacciai. Addirittura, qualche mese, fa con questo raccolto (un tempo usato dagli abitanti dei villaggi per arredare le case con pezzi di bombole, scatolette, pezzi di tenda) è stata fatta una mostra di sculture a Kathmandu, strane e un po’ inquietanti.

Sulla strada per il Campo Base resiste, da una ventina d’anni, la Piramide del CNR italiano. Pochi sanno cosa serve, quanto costa, che intrallazzi la mantengono in piedi. Iniziano a domandarselo anche i nepalesi che, in un recente articolo, hanno sollevato il problema della sua utilità per il paese che la ospita.

Gli originali abitanti, gli Sherpa, se ne impippano. Hanno costruito come pazzi in tutta le regione, accompagnano i turisti su e giù, hanno comprato terra e case a Kathmandu. Sono fra le etnie più ricche del Nepal. When I first visited the Khumbu in 1951 the forests were superb—big trees up to an altitude of 13,000 feet (3,900 meters) and extensive areas of azaleas and juniper shrubs…up to 16,000 feet [4,900 meters],” scriveva  Edmund Hillary. Oggi le foreste sono drasticamente diminuite: un turista consuma cinque volte la media giornaliera di una famiglia sherpa e di turisti ne arrivano, migliaia da decenni (media annua 25.000 trekkers). Malgrado tutto, il Khumbu rimane una meraviglia. Io ricordo la salita affannosa sul Kala Pattar, dalla simil-spiaggia di Gorak Shep, per raggiungere il pianoro prima delle nuvole che stavano coprendo le montagne. Lì c’è da piangere per la bellezza. L’Everest (pur sempre un mito) compare fra le vette immense del Nuptse e Lothse. Intorno una corona di montagne, fra cui l’incredibile cono del Pumori. Malgrado lodges e spedizioni, che bello.

9 risposte a “Nepal: la crisi s’allunga, andiamo fra le montagne

  1. Mi dai due informazioni in piu’ sulla piramide del CNR? Tempo fa avevo visto un (pomposo) documentario su una spedizione italiana in Nepal (o Tibet?) per installare una stazione metereologica. Pero’ in rete non ho trovato nulla…

  2. Diciamo che dovrebbe servire per controllare variazioni meteorologiche (sapere che tempo fa sull’Everest), resistenza umana in altitudine (ogni tanto qualcuno vi soggiorna o s’immerge in qualche laghetto), e altre amenità del genere. Tutte cose utili ma sarebbe bello sapere quanto costa, quanto sono pagati ricercatori, amici e parenti che fanno un trekking fin li, perché non hanno rapporti di collaborazione con le autorità scientifiche del paese che li ospita, perchè non si riesce a trovare nienete di chiaro sul Web su queste questioni (a parte pomposi report). L’impressione che sia un affare di famiglia a spese di tutti.

  3. ….il vero pellegrinaggio a Mukthinath lo si fa a piedi partendo da Pokhara. con l’arrivo del monsone quelle jeep diventano anche pericolose. il Mustang rimane sempre quel meraviglioso regno proibito che è…credo che sia giusto farlo rimanere tale…se si vuole visitare lo si deve desiderare. mi pare che con Prachanda il prezzo del permit sia sceso da 700 a 500 dollari partendo da Kakgbeni.
    Che fortuna che hai Enrico…guarderei volentieri quello spettacolo adesso.

  4. non sarai in Mustang.. dove tra l’altro adesso stanno crescendo anche quelle succose pesche piccole che solo i 3o0o metri sanno dare……ma forse, mi pare di capire, che tu sia comunque in Nepal e questo mi suscita una profonda invidia. un’invidia inspiegabile per chi mi conosce e vive in italia…veramente inspiegabile. solo chi vive il nepal può capirlo.
    Se sei in Nepal e ti capita di vedere la catena con la gentile concessione dello smog manda un pensiero anche a chi sa amare e apprezzare questo paese meraviglioso e contraddittorio.
    un saluto
    sonia

  5. Ciao Enrico,
    sono Francesco (Planet Bhaktapur Hotel)…
    Sono a Milano, tornerò in Nepal a inizio Luglio.
    Leggo che oggi il buon Pra ha ancora una volta (ma stavolta penso la faccenda sia più seria del solito) allertato un po’ tutti…Parlando a pochi…
    Revolution is not over yet…
    A fine Marzo in Nepal ero stato facile profeta, parlando con un giornalista del partito del Reciclato (Kumar Nepal)…e a Lui che mi diceva di no…promettevo che entro 2 mesetti avremmo rivisto Kumar Nepal a sgovernare insieme a tutti…tranne i Maoini…
    A me dà l’impressione di un colpo di Stato quando sucedono ‘ste cose…
    E se è così mo’ il Pra avrebbe le sue belle giustifiche per scatenare l’ inferno.
    Il problema è che questo ipotetico inferno mica farebbe fuori il Re che non c’è ma è lì o i Militari dell’Esercito del Re che c’è ma non compare sulla scena…Farebbe strage di popolo.
    Vabbuo’…Robine scontate.
    Tu che non solo sei lì in questi giorni, ma mi sa che te ne intendi più di tanti che stanno facendo la storia del Nepal nel terzo millennio, dimmi..secondo Te….quali legami ci sono con la Bombetta di ieri nella chiesetta, il colpo di Stato “Soft” e quello che sta nella testa di Prachanda…
    I legami dei fondamentalisti hindu…son più con l’esercito del Re o coi maoini?
    Oppure mezzo e mezzo tanto per non capirci una mazza…?

    Ricevevo, avrai ricevuto anche Tu, a inizio Maggio un comunicato…l’ennesimo della serie “Al Lupo al Lupo”, pariamoci il culetto…dell’Ambasciata di Francia…Reportato anche dal sito della Farnesina.

    Questa Gente…Diciamo gli Stranieri potenti…’Sta Gente Soffiava e soffia sul fuoco perchè i maoini non “Piacciono” e non si rende conto di quello che un Colpo di Stato “Soft” contro i maoini potrebbe scatenare e forse scatenerà…(Bene o male ‘sti benedetti “Ragazzi” del Pra avevano vinto le democratiche elezioni…) oppure sono tonti e basta ?

    Mi scrivi anche via mail a nepalplanet@hotmail.com ?
    Qui fra l’altro sono in pieno Boom di richieste e vorrei non raccontar troppe zaccate ai Futuri Ospiti miei e di questo pazzo, meraviglioso, Paese.
    Temo si possa Repassare dal Boom al Bum Bum in men che non si dica.

    Quanto alla jeep per Muktinath…
    ‘Sta alla coscienza dei turisti non prender la Jeep…Perchè, in fondo in fondo….se c’è una carrettera piccina picciò anche là…Male non fa’ alla popolazione locale….Metti che devono correre in Ospedale…Metti che hanno diritto a qualche struttura….e a qualche stradina…anche nel terzo Mondo e non stanno lì solo per farsi ammirare dagli Occidentali in vacanza….
    Penso proprio che Tu la pensi come me a proposito.

    Sarebbe, a mio parere, necessario mica vietare una carretterina o l’uso dela jeep ai locali…

    Basterebbe vietare ai Turisti di trekeggiare a quattro ruote motrici….hehehe…
    O no ?

    Io mi invidio e ti invidio perchè stiamo in Nepal…Quella volta all’anno che passo da Milano mi rendo conto di quanto qui le Persone sono cambiate dentro…Di che schifo c’è in giro…e al potere…

    Però…Qui in Italia sono sicuro che, anche per indifferenza e ignavia, una rivoluzione sanguinosa non ci sarà…

    Diciamo che mi invidio e ti invidio..Ma non troppo….hehehe

    Un abbraccio (salutami l’ex restoratore…il Robi…)
    Francesco

  6. Bravo Francesco, serio albergatore di Bakthapur, che mette sul carello una montagna di questioni. Io parto dall’ultim, in Italia non c’è stata la rivoluzione per non perdere i BOT. Lo stesso potrebbe accadere in Nepal se si diffondesse un pò di benessere. Purtroppo in Italia c’è lo stato (sistema trasversale dei partiti) che nega efficenza e spende più di quello che incassa. In Nepal, ci sono pochi contribuenti (anche se il gettito fiscale è aumentato del 40% nell’ultimo anno, dicono, ma non si conosce la partenza) ma tanti soldi della cooperazione internazionale che rimangono nelle zampine di partiti, loro adepti e, in forme diverse, in quelle dei donatori. Sistema simile all’Italia, chi è escluso si incazza e fa la rivoluzione per entrarci. In Italia, grazie ai BOT, è meglio cercare d’entrarci con amici degli amici.

  7. …giusto, la strada e le jeep sono utili per i locali, non per i turisti.se vogliono fare il trekking in nepal che alzassero il……..:)…altrimenti possonno restare a bordo piscina con la bibitina del villaggio turistico all inclusive. il peso delle grosse jeep grava sulle strade verso Gami da Pokhara..varie volte si é sentito di crolli.
    mi fa piacere che vi invidiate reciprocamente:)ma vi assicuro che io vi invidio di piu perché a vivere nel paese corrotto e schifoso che é diventato l’italia sono purtroppo io. per questo a volte penso: torno in nepal per l’ennesima volta e ci resto:) chissá che un giorno non lo faccia veramente
    buoni giorni

  8. Cara Sonia
    tanti sono venuti, andati, tornati. Anche in Nepal, comunque, non è una meraviglia ma, malgrado tutto, si respira un pò di libertà. Poi, in realtà, gli stranieri in un modo o nell’altro sono privilegiati.

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