Kathmandu di notte

3081879398_48f5638e4fNon si riesce a fare un governo decente, sono passate due settimane e l’elencodei ministri si fa e si disfa ogni giorno, cercando di conciliare le necessità dei 22 partiti che formano la coalizione.I maoisti accentuano la pressione per non restare fuori, bloccando Kathmandu, molti distretti del Terai (e dunque i trasporti dall’ India) e ricostituendo strutture di governo indipendenti.

I micidiali militari indiani delle Forze di frontiera spazzano via interi villaggi nel Nepal occidentale (già sfigato e povero) per allargare i confini dell’India in attesa della firma del trattato (fermo da un anno) da parte dei fantomatici governi nepalesi.

I partiti Madhesi vogliono tutto e subito: ministri, loro uomini nelle forze armate, autonomia del Terai e già protestano nell’Assemblea e nelle piazze. Nel gran baillame ne approfittano i mangiasoldi delle Nazioni Unite e ottengono il prolungamento dei mandati per due enti inutili, dannosi e costosi:Office of the High Commissioner for Human Rights, Nepal (OHCHR-Nepal) e lavergognosa UNMIN. Il mancato rinnovo degli accordi con questi qua avrebbe portato danni non solo agli espatriati e locali foraggiati per far nulla (o danni) qualche migliaio, ma anche al fiorente mercato della bella vita notturna, condito con prostituzione e sexi (dance)bar .

In questo settore, esploso, negli ultimi 5 anni lavorano oltre 5000 persone (fra cui si racconta qualche centinaio di ragazzini\ragazzine). Thamel, i grandi alberghi, i casinò sono i pilastri della nuova night life della capitale. I tristi bar/bordelli di Thamel con incredibili insegne luminose o dipinte a mano; i sorpassati full massage, unici centri di diffusione del sesso a pagamento fino a pochi anni orsono; gli occulti giri d’alto bordo negli hotels a 5 stelle e nei casinò. In ordine: nepalesi, turisti ed espatriati il mercato.

Pensare che fino a pochi anni orsono, tutto si spegneva alle 22 (anche i pochi televisori che esaurivano programmi di ballo e soap opera indiane). Strade deserte, solo il sabato s’aggirava qualche ubriacone magari uscito dai ristoranti indiani che vendevano alcol e propinavano un po’ di musica. Bisognava stare attenti alle alle ronde costanti dei poliziotti intabarrati in paurosi mantelli verdi.

Negli ultimi anni, al sabato e al venerdì il centro di Kathmandu è pieno di gente. Ragazze e butta dentro cercano d’infilare gente negli afosi bar che hanno ripreso a funzionare a pieno ritmo, malgrado ordinanza e proclami. Nel settembre 2008, il ministro degli interni Bam Dev Gautam, chiuse per 15 giorni i i dance bars. Poi manifestazioni delle lavoranti, proteste della potente lobby dei gestori, interventi dellepotenti mafie Tamang, Manangi e tibetane che procurano voti e stipendi a mezzostato hanno fatto arretrare il governo.

Gli unici che ci hanno rimesso in questa tentata ondata moralizzatrice sono stati i travestiti che hanno abbandonato Tridevi Marg (troppo centrale) e si sono piazzati all’angolo buio di Lazimpath.  I baretti hanno continuato come prima. Le donnine d’alto bordo che s’aggirano negli hotels per gli espatriati se ne sono fregate alla grande delle parole del ministro, contano su protezioni più potenti. Qualche parlamentare e ministro è stato beccato nei bordelli ma tutto è finito nel gossip popolare (evento di cui l’Italia è campione) senza alcuna conseguenza per i protagonisti.

Per certi versi è vero quello che dichiarò il ministro restaurants and bars have encouraged youths to criminal activities, leading the society to chaos; e d è vero che la mentalità dei nepalesi è cambiata velocemente nell’ultimo decennio. Luoghi considerati da fuori casta (bar e discoteche) sono oggi frequentati dalla buona società nepalese;  le ragazze che ci lavorano, un tempo socialmente emarginate, iniziano ad essere accettati. Non si raggiunge il livello della Cambogia dove tutto e in ogni luogo è in vendita ma il trend sembra questo.

Chi rischia di stare fuori dal giro chiaramente ne soffre e s’incazza. Per bere, andare ai rave party, rimorchiare qualche ragazza servono soldi,macchine, telefonini (gli espatriati danno l’esempio) che non si fanno coltivando i campi della famiglia, vendendo cipolle, lavorando nelle fabbrichedi tappeti. Chi non ha i soldi, come ovunque, dà via di matto ed ecco fatti fino a pochi anni orsono impensabili. Alle 9 di sera, una donna è stata assalita nel centralissimo Ratna Park, a pochi metri dalla stazione di polizia. Non si contano le rapine violente nelle strade e i furti ngli appartamenti.

Dl resto servono bei soldi per andare nei locali, come ovunque. Tanti ragazzi s’affollano nei luoghi cult: il Platinum allo Yak and Yeti (che se ne impippa dell’obbligo di chiusura alle 23), al vicino Lakhey a Durbar Marg. Al Fire Club nel centro di Thamel che sembra esplodere per la musica sparata e a decine d’altri che diventano cool in base a stagioni e mode, come ovunque. Ogni tanto la polizia interviene bastona qualcuno, chiede una mancia e si ritira. Le ragazze si cambiano nelle toilette dei locali perché non possono uscire di casa con minigonne e abiti scollati, i ragazzi, come ovunque, tendono più al trash.

La mano d’opera, nei locali, è gente arrivata dai villaggi, facce da contadini, che malgrado la maschera di malizia e furbizia mi sembrano ancora fuori posto.

3 risposte a “Kathmandu di notte

  1. a cittá negli ultimi anni sta proprio cambiando..bene e male…credo che rientri sempre nella fluiditá di cui parli

  2. LE COSE CAMBIANO DISSE IL DALAI LAMA QUANDO IL TIBET FU INVASO DALLA CINA LE COSE CAMBIANO DISSE MADDALENA QUANDO LE SACCHEGGIARONO LA CUCINA.UN SOFFIO AL CUORE MI E’VENUTO LEGGENDO QUESTA NOTIZIA,QUALCHE COSA AVEVO INCOMINCIATO A INTUIRE NEL MIO CONTINUO INFORMARMI SUL NEPAL E DALLA SPENDIDA PERMANENZA A KATHMANDU’DELL’ANNO SCORSO.ERA MEGLIO QUANDO ERA PEGGIO,DICE MIA MADRE.SPERIAMO CHE QUALCOSA MIGLIORI A LIVELLO GOVERNATIVO,MA CONTRO LA VELENOSA GLOBALIZZAZIONE HO PAURA CHE SIA A UN PUNTO DI NON RITORNO.NAMASTE’ENRICO CONTINUA A TENERCI INFORMATI.

  3. Ciao Luca
    si, le cose cambiano (attualmente in peggio in Nepal) ma è il corso della storia e non c’è niente da fare se non cercare di governare i cambiamenti (anche la globalizzazione che è un ciclo di per sè nè buono nè cattivo). Mi sembra che, globalmente e fino ad ora, le leaderships non abbiano diretto, controllato, gestito a favore della collettività (e specie dei più poveri) i movimenti sociali ed economici che compongono la cd. globalizzazione (di per sè nè positiva nè negativa ma un fatto).

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