Qua se magna: ong, onlus e bilanci

magna-mozambicoQualche anticipazione, in questo post, che approfondiremo in altri. Tanto in Nepal c’è il Dashain (la festa più importante) e tutto si ferma. I maoisti riempiono i mercati insieme ai sostenitori del governo e fermano manifestazioni, scioperi, pietronate ai membri dell’UML e del Congresso (i partiti maggiori che reggono il paese). Il monsone sta finendo (un po’ scarso e arrivato in ritardo) preannunciando una stagione calda e secca, con problemi seri per l’agricoltura. Che sia il surriscaldamento del pianeta? Può darsi ma, per ora risposte certe non ce ne sono. In compenso, il business della cooperazione internazionale si sta già muovendo, come è costume con gran workshops, convegni, reports, in Nepal (come ovunque, (Bangkok, Copenaghen, Bonn, Barcellona, e via per il mondo). Il famelico circo dei burocrati delle Nazioni Unite e delle INGOs ha fiutato il business e un altro settore per mantenersi, quello del climate change. Iniziano a produrre reports, analisi inventate, progetti cartacei per succhiare soldi ai donatori (cioè a noi che paghiamo le tasse e a qualche ingenuo che ci crede e molla qualche soldo). Il Nepal, con i suoi immensi ghiacciai,  che da decenni si stanno restringendo come una maglietta lavata alla temperatura sbagliata, è uno dei palcoscenici centrali per la grande recita. Qualcuno già allarga le tasche come gli inutili della piramide sull’Everest e qualche NGO italiana che s’è attaccata al carro.

Non per niente è sceso in campo il Gran Visir degli scrocconi, l’ex segretario delle Nazioni Unite (super contestato al tempo: gran giro di mazzette per Oil For Food, alla faccia degli iracheni, in cui rimase invischiato anche il figlio Kojo, nome che è tutto un programma). Il furbacchione, come tutti i politicanti bolliti grandi e piccoli (Prodi, Craxi e i meno noti Stefano Zara, Fernanda Contri) s’è infilato in qualche organizzazione umanitaria. Kofi, da buon astuto commerciante, ha fiutato il filone e ha sfornato un bel rapporto (dal titolo immaginifico e con un po’ di morti per condirlo, lui dice 300.000 all’anno per i cambiamenti climatici), per raggranellare qualche spicciolo (e scampoli di visibilità) per il suo fantomatico Global Humanitarian Forum: The report (The Anatomy of a Silent Crisis’) launched by Kofi Annan, President of the Global Humanitarian Forum, in London .

Queste notizie e le prime informazioni che giungono dall’amico Max da Londra su una sua sommaria analisi di alcuni bilanci (appena depositati) da ONLUS\ONG nostrane, spiegano il titolo del post. Ho preso spunto concreto da una NewsLetter (che dovrebbe raccontare le attività dell’Associazione) di CCS Italia Onlus. “Enrico and Andrea si sono “magnati ‘na pasta” con alcuni rappresentanti paese delle principali ONG italiane presenti in Mozambico (CESVI, ISCOS, CIES, Share…) per sentire le loro esperienze nel Paese”. Niente di male, per amordiddio in realtà, ma dà un po’ il senso del sistema. L’originale è a disposizione e mi è stato inviato da un collaboratore pentito (che comunque s’è beccato una lauta liquidazione, tanto sono soldi dei bambini).

Contemporaneamente mi scrive un altro ex collaboratore del CCS dal Mozambico: del ccs le notizie non sono buone, non fanno quasi niente, aiuto ai bambini quasi zero, i soldi se li mangiano in stipendi, affitti di casa e ufficio, automobili diesel, manutenzione. Vuoi sapere l’ultima, un dipendente mozambicano se comprato un land cruiser pajero costo 40000-50000 dollari, benzina, 6 cilindri .Antenna parabolica in casa, e una piccola famiglia da mantenere 10 persone. E aggiunge, parlando della costruzione delle scuole: quando lavoravo io le scuole che costruivamo costavano un terzo rispetto a quelle fatte da loro; i loro costi sono uguali a quelli di un’impresa, ma loro non pagano iva contributi per i lavoratori tasse ecc. Come potresti giustificare i land cruiser costruzione di case e altro?

Dalla Cambogia aggiungono: come è possibile che chiedano ai sostenitori euro 7.000 per costruire 1 (una) classe (vedi loro sito) di 20\30 mq con un costo di euro 280 al mq. (in campagna dove i costi sono più bassi) quando un cambogiano ha un reddito procapite di euro 600 all’anno. Per una famiglia e una casa di 60 mq servirebbe il reddito totale annuo di 30 anni per costruirsela. Notizie tristi che ci inducono a preparare un post con alcune informazioni utili a tutti: quanto costa costruire una scuola in Nepal, Mozambico e Cambogia. Quando lavoravo in Nepal mi ero fatto fare un progetto,  da una società privata,  sul prototipo di una scuola primaria ( 5 classi, aula segreteria, bagni e serbatoi per l’acqua), e il costo totale ammontava (rivalutati) a euro 18.000.( Il progetto è a disposizione). Cosine che è utile sapere quando si guarda un bilancio di una ONLUS\ONG.

Il caro Max mi anticipa che, rispetto alla sua analisi (sempre limitata) fatta lo scorso anno si registrano alcune curiosità: Save The Children Italia ha ancora il bilancio fermo al 2007; Intervita pubblica un dei bilanci più sintetici mai visti (Conti Chiari, hanno il coraggio di scrivere nel sito); quello di CCS Italia è segretato e visibile solo ad utenti dotati di passwords (alla faccia del processo avviato a fine 2006 dal nuovo Consiglio Direttivo e orientato a perseguire la massima trasparenza, come scrivono nel sito). Altri bilanci, in fase d’analisi, sono invece molto descrittivi come quello di TDH e Amici dei Bambini. Almeno fra quelli visionati. La chiarezza formale è già un passo, visto il settore. La sostanza, mi anticipa Max, è spesso e purtroppo un’altra cosa

Registra, inoltre, il dato generale del calo dei finanziamenti, aumento dei costi di marketing, diminuzione dei fondi destinati ai beneficiari, a causa dell’aumento delle spese fisse (in rapporto al calo d’entrate) della struttura. Di gran moda i Bilanci Sociali, carichi di fotografie dei beneficiari e di maree di parole autoreferenzianti, nonché, a volte,  di immani polpettoni, per confondere i donatori; qua c’è lo zampino della schiera di Fund Raisers, professione cresciuta negli ultimi anni e affollata da espulsi dal mondo del lavoro. Scoppiata, anche la moda, delle certificazioni di qualità e degli auditors di bilancio. Un fenomeno già tristemente noto per il profit dove il controllore è pagato dal controllato con i risultati visti (Parmalat, Cirio, banche americane e via discorrendo). Anche qui è l’immagine, la forma e il marketing che impera.

Poi, come anticipazione, ci sono casi tristi come quello dei poveretti (specie i beneficiari e i sostenitori) di CCS Italia e della schiera di consulenti (web marketing, fund raising, comunicazione) che paga con i soldi, teoricamente, destinati ai bambini sostenuti. Lì hanno investito euro 85.569 per una brillante campagna di Direct Mailing (che fa il paio con il Tutti a Tavola dello scorso inverno) ricavandone euro 9.616 (scrivono nel loro bilancio segreto). Eppure avevano usato un testimonial d’eccezione, l’onnipresente (dai socialisti craxiani ai giorni nostri) e inossidabile Fernanda Contri, l’eterno e ben remunerato protettore del sistema genovese. Forse per questo, da quando è Presidente del CCS e testimonial dello stesso, l’organizzazione perde il 20% di sostenitori all’anno. Si dice che sarà la prima poltrona da cui fuggirà per sua volontà. Il resto nei prossimi post.

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